Un "treno" che ti accompagna dal concepimento ai primi anni di vita del tuo bambino con suggerimenti, ironia, riflessioni e tanta comprensione!

domenica 17 aprile 2011

Ricetta: Ciambella morbissima

Questa ricetta è dedicata a tutte quelle mamme che oltre a non avere tempo per fare i dolci, dicono di essere negate a fare i dolci. Vi assicuro che questa ciambella oltre ad essere facile veloce ed economica è anche buonissima, fidatevi (ricetta tratta dal libro "cotto e mangiato" di Benedetta Parodi). 
Gli ingredienti sono:
- 150 g di burro
- 300 g di zucchero
- 3 uova
- 180 ml di latte
- 300 g di farina
- 1 bustina di lievito per dolci
- 1 pizzico di sale
Ora viene il bello: preriscaldate il forno a 180°. Versate gli ingredienti senza alcun ordine (a caso va benissimo) nel mixer e frullate per un minuto. Nel frattempo imburrate e infarinate benissimo una ciambelliera (la prima volta che io l'ho fatta mi si è attaccata perchè non era ben imburrata, versate l'impasto e infornate per 30 minuti. Spolverizzate con zucchero a velo e buon appetito!
Dedico questa ricetta soprattutto ad una mia cara amica che sostiene che a lei i dolci non vengano mai bene in nessun caso.

giovedì 14 aprile 2011

Come si può rispondere al pianto del bambino?

La volta scorsa si è parlato del pianto, del suo significato e di come possa essere comune a tutte le mamme sentirsi inadeguate e capire perchè pianga, questa volta mi piacerebbe dare dei consigli pratici molto semplici ma anche molto efficaci!
Innanzitutto è bene che qualunque sia il motivo del pianto non venga mai ignorato, il bambino ha bisogno di una risposta e questa è importante per sviluppare in lui una sicurezza psicologica che sarà essenziale per la vita adulta! Se si sceglie o meno di prenderlo in braccio è comunque importante che lui sappia che lo state ascoltando, potete cantargli ninna nanne, coccolarlo, massaggiarlo(il contatto corporeo funziona moltissimo), parlargli dolcemente o accarezzarlo, mantenendo in ogni caso un contatto visivo con lui e sussurandogli frasi rassicuranti come ad esempio “è qui la mamma non preoccuparti”.
Secondariamente due modi che funzionano sono:
  • posizione marsupiale: prendete il bambino in braccio tenendolo “cuore a cuore”, con la sua testolina quindi appoggiata sulla vostra spalla, con una mano gli sosterrete la testa o la schiena e l'altra mano sotto il suo sederino cercando di spingere in su anche le gambine piegate come a ranocchietto. Questa è la posizione consigliata specie nei neonati con colichette perchè permette di tenere il pancino caldo e di esplellere l'aria per via delle gambine più alzate. E' una posizione comoda e rassicurante per il bambino che sente il battito del cuore della sua mamma, del suo papà o chiunque si prenda cura di lui. Ovviamente è per tale motivo che sono stati inventati i marsupi e le fasce grazie alle quali potete anche fare altro mentre tenete il vostro bambino così, anche sulla schiena!
  • Palleggio indiano: questa è una posizione che ho imparato al corso per insegnante di massaggio infantile e insieme a quella sopra l'ho spesso utilizzata con la mia bambina trovando dei riscontri davvero sorprendenti e positivi! Allora mamma siediti comoda e metti il bambino sulle tue gambe a faccia in giù facendo attenzione che la testa sia sostenuta e accertandoti che riesca a respirare bene allargando un po' le gambe, poi metti sulla schiena le tue mani e fai rimbalzare ritmicamente le tue ginocchia su e giù. Solitamente il bambino si addormenta o comunque smette di agitarsi rilassandosi.
Ovviamente ci sono altri modi ma io propongo questi che per la mia personale esperienza di mamma e educatrice sono stati più benefici. Prossimamente proporrò anche degli esercizi di rilassamento per voi mamme!

martedì 5 aprile 2011

LETTERA AD UN BAMBINO...

Molto tempo fa in un libro ho letto un brano meraviglioso che dovrebbero, secondo me, leggere tutti i genitori o chi sta per diventarlo.
Ho deciso così di condividerlo con tutti voi, sperando vi colpisca quanto ha fatto con me.

"Se mi chiedesseo di scrivere una lettera ad un bambino che sta per nascere, lo farei così.. 
Cosa hai sentito finora del mondo attraverso l'acqua e la pelle tesa della mamma? Cosa ti hanno detto le tue orecchie imperfette delle nostre paure? Riusciremo a volerti senza pretendere, a guardarti senza riempire il tuo spazio di parole, inviti, divieti? Riusciremo ad accorgerci di te anche dai tuoi silenzi, a rispettare la tua crescita senza gravarla di sensi di colpa e di affanni? Riusciremo a strignerti senza che il nostro contatto sia richiesta spasmodica o ricatto di affetto?
Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a inseguire le emozioni come gli aquiloni fanno con le brezze più impreviste e spudorate; tutte, anche quelle che sanno di dolore. Mi piacerebbe che ti dicessero che la vita comprende la morte. Perchè il dolore non è solo vuota perdita ma affettività, acquisizione oltre che sottrazione.
Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a stare da solo, ti salverebbe la vita. Non dovrai rincorrere la mediocrità per riempire vuoti, nè pietire uno sguardo o un'ora di amore.
Impara a creare la vita dentro la tua vita e a riempirla di fantasia.
Adora la tua inquietudine finchè avrai forze e sorrisi, cerca di usarla per contaminare gli altri, soprattutto i più pavidi e vulnerabili. Dona loro il tuo vento intrepido, ascolta il loro silenzio con curiosità, rispetta anche la loro paura eccessiva.
Mi piacerebbe che la persona che più ti amerà possa amare il tuo congedo come un marinaio che vede la sua vecchia barca allontanarsi e galleggiare sapiente lungo la linea dell'orizzonte. E tu allora porterai quell'amore sempre con te, nascosto nella tua tasca più intima." 
(Tratto dal libro "Non siamo capaci di ascoltarli" di Paolo Crepet)

Amate il vostro ruolo di genitori, abbiate fiducia in voi e fatevi anche qualche domanda ogni tanto. Poche certezze, qualche dubbio e tanta fede questo secondo me rende forte un gentiore.

Educare è un viaggio meraviglioso!
Buona fortuna
Ely

sabato 2 aprile 2011

PERCHE' PIANGE?

Quante volte ognuno di noi si è posto questa domanda e quante altre le persone intorno a noi ci hanno dato le loro versioni? Per noi mamme alle prime armi non sempre è semplice essere pronte e reattive al pianto di quel piccolo fagottino e tra noi e noi ci chiediamo: “avrà fame? avrà fatto cacca? avrà sonno? saranno i dentini? avrà colichette? o vorrà semplicemente un po’ ci coccole?..”. Normalissimo entrare  a volte in crisi o pensare di non essere una buona madre! Nei 9 mesi di gravidanza ci siamo preparate alla nascita, siamo andate al corso preparto, ci hanno dato delle indicazioni utili ma poi accade che il nostro bimbo nasce e quando piange, ci sentiamo inadeguate e ci mettiamo a piangere anche noi! Tutto nella norma tranquille, molte mamme piangono perché cariche di emozioni, il travaglio e il parto ci hanno travolto e stravolto e il ritorno a casa in 3 ha stravolto i nostri equilibri quotidiani e familiari e così abbiamo bisogno anche noi di dare libero sfogo alle nostre emozioni. Non importa se non capite e tollerate il pianto del vostro bambino, imparerete con il tempo..
“Ma quindi perché piange e non riesco a capirlo io che sono la mamma?” Perché prima di tutto bisognerebbe riflettere sul significato del pianto in generale e cominciare a non vederlo in maniera così negativa. Si è portate a credere che il pianto sia negativo perché è la nostra cultura spesso a dargli questa valenza ma la realtà è che il pianto è uno dei modi che il nostro piccolo utilizza per comunicare con noi e ciò che gli sta intorno ma è soprattutto il suo modo di esprimere le emozioni e quindi da questo punto di vista è meglio che impari a manifestarle piuttosto che reprimerle.
Il pianto non è segno di debolezza!
Proviamo a pensare a noi: quando ci sentiamo tristi, stressati ma anche felici e entusiaste sentiamo il bisogno di dirlo al mondo o di condividerlo con qualcuno, c’è chi utilizza il pianto, chi si va a fare una corsetta, chi si mette a cantare a squarciagola..
Ma quel ranocchietto che ci appartiene può solo dirci tutto ciò con il pianto e non è così scontato che sia solo perché deve mangiare come spesso si è portati a pensare!
Simo